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Le principali FAQ sull’inceneritore di Cavaglià

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Ma dei rifiuti cosa ne facciamo?

L’inceneritore non fa sparire i rifiuti ma li trasforma in ceneri/scorie ed emissioni inquinanti.

Inoltre ne viene penalizzata la raccolta differenziata poiche l’impianto di incenerimento, per non andare in perdita, deve operare al massimo delle sue capacità (278.000 ton/anno).

Per esempio la città di Torino, ove è in funzione l’impianto del Gerbido la percentuale di raccolta differenziata è al 50,77% (vds. ATTO DD 662/A1603B/2021 DEL 15/10/2021)

Sul totale dei rifiuti si produce un residuo di almeno il 20% circa di scorie e ceneri che vanno conferite in discariche, al momento non individuate. Le quantità previste sono. ceneri pesanti :ton/anno 59.860, ceneri leggere:  ton/anno 20.170. In particolare queste ultime potrebbero essere classificate come rifiuti pericolosi a seconda dei componenti presenti: in pratica abbiamo trasformato dei rifiuti non pericolosi (tali sono quelli ammessi nell’impianto) in rifiuti pericolosi.

Ma allora cosa si può fare?

Come dimostrato dalla presenza di situazioni virtuose bisogna perseguire la via del riciclo-riuso-riutilizzo e abbandonare il businness dell’incenerimento. Il consorzio Contarina di Treviso, ha  raggiunto risultati di eccellenza a livello europeo: la raccolta differenziata ha superato l’89%, riducendo la produzione di rifiuto indifferenziato a soli 42 kg annui per abitante. (a titolo di confronto la media di residuo in Piemonte è di 171 Kg annui).
Una gestione virtuosa è perfettamente in linea con la normativa europea, anzi rispetta l’ottica di economia circolare e recupero di preziose materie prime.

Ma non è un inceneritore, è un termovalorizzatore!

Il primo brucia i rifiuti e basta, mentre invece un termovalorizzatore ha il compito di bruciare i rifiuti e produrre energia elettrica e calore.Il processo però è identico, così come la produzione di scorie, le emissioni nell’aria, la distruzione di materie prime.

Le emissioni previste sono nei limiti di legge?

E ci mancherebbe pure che non lo fossero!

Resta il problema che le emissioni si accumulano nel terreno, nell’aria, nei prodotti agricoli e nell’organismo umano o animale e possono portare o favorire l’insorgere di malattie o disturbi. A titolo di esempio, l’OMS ha nelle nuove linee guida globali sulla qualità dell’aria (AQG) fornisce una chiara evidenza dei danni che l’inquinamento atmosferico infligge alla salute umana, a concentrazioni ancora più basse di quanto precedentemente previsto.

Inoltre la pianura Padana è  già altamente inquinata, e si dovrebbe porre il prolema di eliminare le fonti di inquinamento già presenti invece di incrementarne il numero.

Le emissioni di disperdono nell’aria?

Il fatto che venga costruito un camino alto 90 metri risponde ad una precisa necessità: disperdere il più possibile gli inquinanti sperando che vadano lontano, ma da qualche parte si poseranno certamente.

Ovviamente le zone più vicine saranno le più colpite ma è previsto che l’impianto interesserà l’area nel raggio di 30 km. I venti dominanti spirano da Ovest verso Est (e cioè ‘verso la pianura’, Santhià e Tronzano) ma non manca l’inversione di tendenza cioè ‘verso la montagna’ (Biella, Ivrea).

Comunque ci sarebbero dei posti di lavoro

Con la gestione con le buone pratiche, ossia raccolta porta a porta con tariffazione puntuale, la creazione di impianti di riciclo per il recupero delle materie prime ci sarebbe la creazione di un alto numero di posti di lavoro.

Ma i rifiuti li produciamo tutti …

Sempre dai dati regionali la quantità totale di rifiuti procapite è di 480 kg/anno, una quantità piuttosto alta e  subentra la responsabilità dei singoli cittadini che si devono impegnare per diminuire sensibilmente queste quantità con dei comportamenti più sostenibili e oculate scelte di acquisto, come del resto raccomandato dal Piano Regionale a pag 36 e dalle leggi nazionali e europee. Anche le aziende devono riprogettare sia i loro prodotti che i metodi per ottenerli per abbattere drasticamente la quantità di rifiuti industriali a cui sarà, in parte, dedicato l’impianto di incenerimento di Cavaglià.

Per tutti gli impianti di incenerimento sono previsti dei controlli …

Le emissioni degli inceneritori sono costituite da una varietà di composti, alcuni di questi vengono misurati. Anche in presenza di emissioni sovra-soglia, purtroppo non sempre è possibile prendere misure per modificarle al ribasso come esemplificato dal report Arpa Piemonte che riporta il caso dell’inceneritore di Torino per il mercurio: nonostante le operazioni intraprese, le emissioni anomale sono continuate per anni.

Ma è pericoloso per la salute?

Limpatto degli inceneritori sulla salute sono state studiate in vari casi ed è acclarato che i primi impianti costruiti abbiano portato a delle conseguenze negative sulla salute delle persone, (vds ad esempio:

  • uno studio dell’Arpa sull’inceneritore di Vercelli evidenziano un aumento di malattie nelle aree in prossimità dell’impianto
  • la presenza di un’associazione statisticamente significativa tra esposizione ad emissioni da inceneritore e nascite pretermine (2007-2010), caratterizzato da bassi livelli di esposizione (Studi epidemiologici sulla popolazione in Emilia-Romagna, Bologna, aprile 2012).

Anche il progetto in proposito non conclude con l’esclusione di alcun rischio poichè i dati attualmente disponibili ‘non consentono di concludere fermamente per una totale assenza di effetti sulla salute degli impianti moderni ‘.

Per l’argomento salute non si può decidere di procedere a posteriori ma bisogna applicare il principio di precauzione, facendo prevalere la protezione di tali interessi su quelli economici.

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